Come si formano le nostre idee e come nascono i problemi psicologici, le ansie e le paure quotidiane? Cosa cerchiamo quando intraprendiamo un percorso di terapia? Qual è la ragione d’essere delle diverse scuole di psicologia (psicoanalisi, cognitivismo, Gestalt, comportamentismo e altre ancora)? Cosa sappiamo sulla nostra mente e su come pensieri ed emozioni si intrecciano? E infine, come possiamo trarre beneficio da tutto ciò?
Dalle risposte a queste domande nasce un metodo pratico per esplorare la nostra componente emotiva, affrontare ansie e paure e intraprendere un percorso di crescita personale, un approccio semplice e concreto per comprendere meglio se stessi. Si tratta di uno strumento di meditazione e autoanalisi, un ottimo ausilio per un percorso di terapia, in grado di integrare in un quadro coerente la struttura biologica del nostro cervello, quanto sappiamo sul funzionamento della mente e le teorie e le tecniche terapeutiche di alcune scuole di psicologia esistenti.

Come nasce "I segreti
della mente emotiva"?
L’idea è nata da un’“aggressione” immaginaria avvenuta durante un esercizio di meditazione, dalle sensazioni percepite in quel momento e dalle letture successive. È quindi il risultato di un lavoro fatto da un “paziente”, inizialmente scettico nei confronti della psicologia.
Questi sono i due elementi chiave del metodo:
1. Il cervelletto è il cuore della nostra mente automatica, involontaria, quindi del nostro inconscio. Per questo motivo è necessario “attivarlo” per coinvolgerlo nella nostra attività di meditazione e introspezione.
2. È possibile percepire l’attivazione e l’affaticamento cerebellare (ossia del cervelletto) in caso di difficoltà o blocchi. Un po’ come un muscolo, anch’esso si affatica, permettendoci di capire in quale direzione procedere nella nostra introspezione. É la sensazione simile a quella che sentiamo quando cerchiamo di richiamare alla memoria qualcosa, durante un calcolo matematico complesso nel qual caso sono le tempie e la fronte a riscaldarsi. Qui di seguito troverai uno schema generale del metodo e i concetti essenziali per sperimentare il metodo (la struttura è la stessa del libro, seppur espresso in maniera molto concisa). Nel libro troverai poi tutti i dettagli per eseguire il metodo con maggior consapevolezza e padronanza.

L’aggressione
e la nascita del metodo
Ero seduto sul divano con gli occhi chiusi, concentrato nel richiamare alla memoria alcuni luoghi della mia infanzia, ed è come se nel mio cervello fosse scattato un meccanismo incontrollato capace di distorcere il ricordo che stavo vivendo. Tutto era tranquillo quando, all’improvviso, un’ombra si è materializzata dal nulla e mi è saltata addosso, come se volesse aggredirmi.

Dualismo della mente
L’aspetto chiave da avere chiaro è il dualismo della mente.

La prima componente è più veloce, intuitiva e inconsapevole, e la definiamo implicita. Essa è in gran parte inconsapevole perché tali processi mentali sfuggono ad una completa autoanalisi e non possono essere osservati e descritti accuratamente. Si sviluppa nei primi anni di vita e grazie a essa iniziamo a muoverci e camminare, impariamo a comunicare con le persone che ci circondano e a interagire in ambienti diversi tra loro. Non sappiamo ancora cosa siano l’equilibrio, la grammatica o le dinamiche sociali, ma siamo in grado di muoverci e dialogare con le altre persone in maniera istintiva.
Intorno al settimo anno di età le cose iniziano a cambiare e inizia a essere predominante la nostra seconda componente, quella consapevole e razionale, che definiamo esplicita. Essa è normalmente associata al ragionamento e al discorso, così come alle nostre convinzioni e scelte; essa include immagini, percezioni e ricordi, ma si distingue per la consapevolezza che ne abbiamo e per la consequenzialità e la causalità che percepiamo tra i diversi elementi.
Ecco alcuni esempi:

La componente implicita continua a svolgere un ruolo fondamentale nella nostra vita, gestisce tutti gli aspetti automatici.
Conoscere e percepire
il cervelletto
La sensazione che ho provato dietro la testa durante l'"aggressione" mi ha portato a riflettere sulla possibilità - azzardata - di percepire l'attivazione di determinate aree del cervello. È possibile concentrarsi e percepirne l’attivazione? È possibile allenare alcune di queste aree per rafforzarle?
L’ipotesi di questo metodo è che questo sia possibile. Il metodo contiene una sezione per l’attivazione delle aree corrispondenti ai lobi cerebrali, ma il focus adesso è sul cervelletto, considerato il cuore della mente implicita ed emotiva.

Alcuni esercizi semplici:
Anzitutto, molto semplicemente, immagina che il sangue fluisca maggiormente in quella zona, sotto la nuca.Prova ora a immaginare una mano invisibile che da dietro entra lentamente nel cervelletto. È un trucco molto efficace che mi è stato suggerito da un’amica; fai però attenzione a limitare l’azione della mano alla zona cerebellare e non estenderla anche al resto del cervello, perché otterresti l’effetto contrario.
Alcuni esercizi avanzati:
1.
Immagina di trovarti davanti a un tavolo da ping pong di cui visualizzi quasi solo il bordo a contatto con il tuo corpo. La mano e la racchetta si muovono velocemente a destra e sinistra di fronte a te in basso mentre rispondi rapido alle palline che arrivano veloci.
2.
Immagina ora una tua mano aperta, sospesa in aria con il palmo verso il basso e le dita larghe e distese, e di dover far passare una pallina tra le dita. Puoi iniziare con la mano che preferisci, dedicando qualche minuto a giocare con questo oggetto.

3.Un altro esercizio è quello di immaginare una persona davanti a te compiere dei movimenti corporei, ballare lentamente o muovere le braccia e il corpo in maniera sinuosa, immaginando allo stesso tempo a imitarne le movenze (senza però muovere il tuo corpo).

Applicazione in ambito psicologico
L’applicazione in ambito psicologico si basa sulle tecniche di attivazione che abbiamo visto fino a qui. È quindi giunto il momento di mettere in pratica quanto appreso, con la massima concentrazione e dedizione.
Attenzione: è fondamentale eseguire questo esercizio a stomaco vuoto, possibilmente quando la mente è un po’ affaticata o in un momento malinconico, normalmente la sera.
Scegli uno spazio poco illuminato in cui sederti comodo, chiudi gli occhi, coprili, e dedica qualche minuto ad attivare il cervelletto con le tecniche che preferisci tra quelle viste in precedenza; con il tempo potrai limitarti a quelle più semplici. Una volta che sei rilassato e la mente è pronta, concentrati su momenti o situazioni quotidiane difficili, in cui ti senti a disagio o che suscitano un’emozione o reazione involontaria, ad esempio rabbia o nervosismo, o qualcosa di più leggero come noia e insofferenza. Prova ora a rivivere quei momenti, esplorando i dettagli e interrogandoti sulle cause di questo disagio. Puoi dedicare a questo esercizio una decina di minuti o più, perdendoti nei pensieri e monitorando le possibili sensazioni dietro la testa.
Hai percepito qualche sensazione, simile a quella che hai sentito negli esercizi precedenti? Come si è verificata? Al momento siamo alla ricerca di una leggera pressione o calore in un punto specifico, come se si trattasse di una maggior attivazione, come quando la fronte si scalda se alle prese con un calcolo complesso o le tempie nel cercare di ricordare qualcosa di ormai dimenticato. È come se, in una situazione critica che ci genera un’emozione o una reazione involontaria, il nostro cervelletto si attivasse per cercare di risolvere o gestire tale situazione.
Conclusione e libro
La nostra mente contiene una parte automatica, maggioritaria, i cui processi cognitivi sono gestiti dal cervelletto. L’ipotesi di questo metodo è che un suo coinvolgimento sia benefico se integrato a tecniche di meditazione.
Cosa trovi nel libro?
Introduzione [5-20]: Introduzione al metodo e alla struttura della mente.
Capitolo 1 [21-38]: Struttura del cervello e spiegazione approfondita delle funzioni cognitive del cervelletto. Tecniche di attivazione cerebellari e prima applicazione in ambito psicologico.
Capitolo 2 [49-71]: Quali aspetti di noi possiamo risolvere (ansie, paure, impulsività) e come affrontare questi problemi. Iniziamo da una situazione specifica e la analizziamo. È la struttura della mente intuitiva (di natura statistica, simile ai modelli di reti neurali) che ci suggerisce come mettere in scacco il nostro inconscio per sciogliere i nodi nella nostra mente.
Capitolo 3 [79-84]: Quanto appreso sinora viene utilizzato per provare a cambiare noi stessi.
Capitoli 4 e 5 [99-112]: Alcuni esempi tratti dall’esperienza dell’autore e di chi ha sperimentato questo metodo.
Capitolo 6 [113-117]: Discussione sulle emozioni e come esse sono il risultato dei processi impliciti e inconsci discussi sinora.
Capitolo 7 [123-130]: Conclusioni dell’autore.
Ho deciso di inserire tutti gli approfondimenti in appendice in modo da rendere più leggera la lettura del testo principale.
Appendice A include alcune riflessioni sulle sensazioni percepite in fase di introspezione
Appendice B riguarda invece alcune tecniche per l’attivazione di diverse aree della corteccia
Appendice C espone alcune tecniche per potenziare la propria meditazione
Appendice D espone con maggior chiarezza la base teorica di questo metodo.
*(in parentesi quadra è indicato il numero di pagine, per un totale di 120 pagine)
Dove lo trovi?
Libreria Gulliver, Via Boston, 30, Torino, TO.
Belgravia Torino, Via Vicoforte 14/d, Torino, TO.
